giovedì 17 maggio 2012

Macchine per cogenerazione

 Le nostre macchine per la cogenerazione.

Mini e micro-cogeneratori
modulari per l’efficienza
e l’indipendenza energetica.

APPLICAZIONI PER MACCHINE DI COGENERAZIONE

· Piscine e centri natatori in genere;
· Centri riabilitativi, R.S.A., cliniche
ospedaliere;
· Caseifici e produzione latticini;
· Turismo, alberghi e benessere;
· Centri sportivi;
· Ambito del lusso, residenziale;
· Ambito alimentare in genere;
· Macellazione;
· Produzione detersivi e soluzioni
cosmetiche;
· Trattamenti galvanici, plastici,
zincature, anodizzazioni;
· Aziende di lavorazione della frutta;
· Necessità di aumenti di potenza e
isole elettriche;
· Industria chimica e farmaceutica
in genere;
· Aziende per essicazione legname;
· Terziario e residenziale condominiale.





giovedì 26 aprile 2012

Fiscalità Energetica per Cogenerazione


il 24 aprile 2012 il Senato ha approvato definitivamente il ddl 3184-B di conversione del decreto-legge n. 16, recante "Disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento delle procedure di accertamento".  Sul provvedimento il Governo aveva posto la questione di fiducia.
Il provvedimento introduce, tra le altre novità, una nuova disciplina in materia di fiscalità energetica e cogenerazione.

Per la cogenerazione si tratta di un importante e strategico risultato con particolare riferimento al regime di sostegno fiscale all’esercizio: a tutto il combustibile impiegato dal cogeneratore si applicano le aliquote di accisa previste per la produzione di energia elettrica".   



con questo Provvedimento il prodotto energetico utilizzato dalla cogenerazione ha, a livello fiscale, la norma di riferimento in base alla quale: a tutto il combustibile impiegato dal cogeneratore si applicano le aliquote di accisa previste per la produzione di energia elettrica".  L'unità di cogenerazione, infatti, utilizza tutto il combustibile per la produzione di energia elettrica, recuperando contemporaneamente il calore. Pertanto, sul presupposto tecnico che il cogeneratore non produca calore ma lo recuperi utilmente, in base al diritto, il combustibile utilizzato non debba essere assoggettato alla aliquota di accisa per combustione ad uso industriale o civile. Ne consegue che tutto il prodotto energetico, e non solo una sua parte come avvenuto dal 1995 ad oggi, debba essere assoggettato ad aliquota di accisa per produzione elettrica.
Il provvedimento elimina in diritto l’applicazione di aliquota di accisa sulla attività di recupero del calore, quindi sul risparmio energetico, calore altrimenti disperso come avviene nelle centrali termoelettriche tradizionali; il recupero di calore, infatti, è una attività ben diversa dalla produzione di energia termica alla quale, come è corretto che sia, si applica l’aliquota di accisa per combustione (si supera definitivamente la Nota della Agenzia delle Dogane del 6 settembre 2011).

Grazie alla ridefinizione del regime fiscale di sostegno all'esercizio della cogenerazione, a trarne beneficio sarà finalmente il cliente finale sia del settore industriale, ma e soprattutto di quello civile, settore questo ad oggi molto penalizzato, sebbene necessiti di importanti azioni di efficientamento energetico.

Investendo in tecnologia cogenerativa, il cliente finale si vedrà riconosciuta l'aliquota per produzione elettrica a tutto il prodotto energetico impiegato, unitamente al regime IVA del 10%. 

venerdì 20 aprile 2012

Movimento 5 stelle


Se venisse applicata rigorosamente la legge 10/91, per riscaldare gli edifici
si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato
calpestabile all’anno. In realtà se ne consumano di più. Dal 2002 la legge tedesca, e più di
recente la normativa in vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio, o metri
cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno il consumo massimo consentito nel
riscaldamento ambienti. Meno della metà del consumo medio italiano. Utilizzando
l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano questo livello
corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde a un consumo non superiore a 5
litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di
gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato all’anno. Nel riscaldamento degli ambienti,
una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le
sanzioni economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti, deve
articolarsi nei seguenti punti:
• Applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla
direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici
• Definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la
concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di
edifici esistenti
• Riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio
edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli inadempienti
• Agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di
ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service company), ovvero effettuate a
spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico che se ne ricava 
• Elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini,
come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei.
Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo
standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del
55/60%.
La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di
produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale
energetico del combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione
termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente,
sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse
fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei
Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si
spreca, è inconcepibile. Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire
nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli
sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta
viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali).
Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi
impianti di generazione elettrica. Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica
energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve
articolarsi nei seguenti punti:
• Potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti
• Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti
fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire
dagli edifici più energivori: ospedali, centri com-merciali, industrie con processi che utilizzano calore
tecnologico, centri sportivi ecc. • Estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti
di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW
• Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti
rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW
riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote
• Applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica,
anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
che essi comportano
• Eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al
loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
• Legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento
della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò
• Incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare
le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del
legno proveniente da raccolte differenziate ed esclu-dendo dagli incentivi la distribuzione a
distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale
• Incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici.

articolo tratto da: MOVIMENTO 5 STELLE SU L'ENERGIA

giovedì 19 aprile 2012

Kit fotovoltaico da 3Kwp


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venerdì 6 aprile 2012